Mostra 150 anni

Italia-Europa in 150 anni. Pace e non violenza.

Dalla mostra al catalogo

         La fine del XX secolo e l’inizio del XXI sono stati caratterizzati da un incredibile aumento delle disuguaglianze che dal sud del mondo si sono estese anche all’interno dei paesi ricchi. Ci troviamo in un sistema socio-economico che non sa condividere la ricchezza. Quando i grandi poteri prendono atto che questo modello di sviluppo non è estensibile a tutti, accettano che ci siano esclusi ed inclusi,  sommersi e salvati.

Per mantenere questo stato di cose è ritornata la guerra  La  pace è diventata una parola in disuso e in un momento in cui dovrebbe imporsi con forza si è invece allontanata dall’orizzonte del nostro tempo. Ormai  sappiamo con certezza che non c’è futuro senza pace e che uno dei pilastri della pace è la giustizia. La guerra non si può più giustificare in alcun modo, è morte, menzogna, tradimento, devastazione, sofferenze di ogni tipo, è distruzione di risorse vitali, è una ricaduta nell’inciviltà. L’articolo 11 della nostra Costituzione esprime con chiarezza sia il ripudio della guerra, sia la necessità di porre limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni.

Lavorare per la Pace implica superare un modello di sviluppo che distrugge l’ambiente, che crea povertà, che  riabilita la violenza e la guerra. Lavorare per la pace implica un processo di maturazione della coscienza umana e di conversione del modello economico, che dovrà necessariamente affidarsi alla nonviolenza. Sarà più che mai necessario educarsi come persone pacifiche capaci di usare mezzi nonviolenti, capaci di riconoscimento reciproco, di scambio, di dialogo.

Rileggendo la storia d’Italia abbiamo constatato che si racconta molto di guerre, distruzioni, violenze ma si tace sul pensiero di pace, sui tanti episodi di opposizione alla guerra e al militarismo, sulle lotte nonviolente, che hanno avuto una loro efficacia per il cambiamento e soprattutto per una umanizzazione della nostra storia.

Nell’intento di celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, riflettendo con alcuni amici, ci è parso importante ripercorrere attraverso una mostra il  lento e faticoso cammino di opposizione alla guerra, di promozione della Pace e di costruzione dell’Europa.

Per questo abbiamo realizzato una mostra  per mettere in luce uomini e azioni esemplari del nostro recente  passato, che ci stimolino ad elaborare oggi una prospettiva di  solidarietà e di pace e a rafforzarla sempre più in vista di un futuro che si preannuncia carico di ombre e di tensioni inquietanti e quindi a coltivare la speranza. Alla base ci sta un‘idea di pace intesa non solo come assenza di guerra  ma come processo volto a ridurre la violenza, a gestire i conflitti con mezzi civili e a realizzare una più equa distribuzione del potere e delle risorse.

Per la realizzazione della mostra, oltre il Centro Studi dell’Associazione Milton Santos-Lorenzo Milani di Cuneo, che ha proposto l’iniziativa, sono stati  contattati altri tre centri di ricerca: il Centro Studi Vera Nocentini di Torino per il tema del LAVORO, il Centro Studi Domenico Sereno Regis di Torino per il tema PACE e l’Associazione Apice di Torino per il tema EUROPA.

Perno della riflessione sono stati gli articoli 1 e 11 della Costituzione:

L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro…”

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali: consente, in condizioni di parità con altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni: promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Il tema PACE è stato sviluppato analizzando anzitutto come la guerra sia stata la modalità ricorrente per la  risoluzione dei conflitti. Sono state messe in particolare evidenza le timide, ma sempre risorgenti proposte di pace emerse nel corso dei 150 anni. Si è dato spazio alla nascita delle prime organizzazioni internazionali e nazionali contro la guerra, alle lotte per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare, alle spese militari e alle industrie belliche; e si è data voce ai personaggi più significativi del pensiero nonviolento e pacifista.

Infine si è cercato di illustrare il nuovo disordine mondiale per  evidenziare come le speranze di pace, di uguaglianza, di ridistribuzione delle ricchezze vengano continuamente frustrate e come sia più che mai necessario muoversi verso nuove forme di vivere la giustizia e la sostenibilità della Terra, modificando stili di vita improntati a un consumo irresponsabile e orientandosi  verso una qualità di vita più sobria ma più felice.

Per quanto riguarda il LAVORO sono state presentate le dure condizioni di vita nelle fabbriche e le lunghe lotte per ottenere miglioramenti salariali e maggiore rispetto dei diritti dei lavoratori.

Il cammino verso la realizzazione dell’UNIONE EUROPEA è stato tracciato a partire dai tempi dell’unificazione italiana, quando l’idea di un’Europa federale si è fatta presente grazie ad alcuni pensatori lungimiranti, per arrivare, dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, alla realizzazione del progetto sognato da tempo – con i sei paesi fondatori, tra cui l’Italia, – e al suo continuo crescendo negli anni, fino ai 27 Paesi membri di oggi.

La mostra, allestita nel Palazzo Samone e nel chiostro della chiesa di  San Francesco, è stata inaugurata il 19 marzo 2011 ed è rimasta aperta fino al 15 giugno.

Visto l’interesse suscitato, le associazioni promotrici dell’evento, in accordo con il Comune di Cuneo, hanno pensato di raccogliere in un catalogo le riflessioni sui temi PACE NONVIOLENZA ed EUROPA già esposte in mostra, aggiornandole e integrandole con ulteriori saggi ed un’amplia bibliografia.