Ricordando Marcinelle

Scuola di Pace di Boves e Centro Santos Milani a Bruxelles

Ci sono ancora le docce originali, con le piastrelle blu, dove i minatori si lavavano, aiutandosi l’un l’altro ad eliminare la polvere nera accumulata durante il turno sottoterra e la scala di metallo nel cortile, ultimo sforzo per riportare alla luce del giorno i morti nell’incidente dell’8 agosto 1956 (262 i morti di cui 136 italiani). E’ iniziato a Marcinelle, vicino a Charleroi, la visita in Belgio del viaggio primaverile organizzato dalla Scuola di Pace e dal Centro di formazione Santos Milani, come sempre curato, nei minimi particolari da Renzo Dutto, occasione per approfondire ed entrare nel vivo dell’organizzazione dell’Unione Europea, abbinato ad un po’ di spensierato turismo.

La spiegazione sul grande piazzale della miniera, diventata patrimonio dell’Unesco, ha permesso di conoscere a fondo le condizioni dei nostri connazionali emigrati in Belgio alla ricerca di lavoro, provenienti da tutte le parti dell’Europa (l’Italia aveva stipulato un accordo con il Belgio per questa manodopera proveniente in gran parte dal sud del nostro paese, molti compaesani tra di loro), storia interessante e tragica che tanti di noi, mentre la guida parlava, hanno accostato alle motivazioni e condizioni degli extracomunitari che approdano sulle nostre coste e quali accoglienza/condizioni di vita trovano!

Le speranze, la vita difficile di questi italiani, in un contesto straniero e ben poco accogliente (i cartelli “Vietato l’ingresso agli italiani ed ai cani”, la difficoltà di trovare case in affitto, il disturbo che crea la cucina italiana che puzza ….) evocano infatti difficoltà ben attuali per le nostre comunità.

E’ stato significativo partire di lì, per avvicinarci poi alle grandi istituzioni europee, con l’intento di comprenderne meglio il funzionamento, le competenze e nell’insieme sentirle più “nostre”, più vicine.

Poco più di una ventina di persone, dai trenta a quasi ottanta anni di età, mossi dal desiderio di conoscere, tutti parecchio soddisfatti all’arrivo – “E’ un gruppo speciale ed eterogeneo il vostro, solitamente accompagno insegnanti….” – ha commentato così Franco Chittolina, instancabile divulgatore e strenuo difensore dell’importanza dell’Unione europea, accompagnato da Adriana Longoni, esperta di questioni internazionali e molto disponibile a trasmetterci, con garbo e semplicità, le sue competenze acquisite in anni di lavoro in quell’ambito.

Al di là delle visite alle città incontrate (Bruxelles, Brugge, Gand,) quattro sono stati i momenti maggiormente significativi.

L’incontro con Susanna Florio del CESA (Comitato Economico e Sociale Europeo) ha aperto una visione sul percorso e sulla complessità del dibattito all’interno dei 28 stati membri e delle organizzazioni imprenditoriali, sindacali e di terzo settore perché si riattivi il rapporto di confronto permanente tra società civile ed Unione. I consiglieri sono 350 provenienti dai 28 Paesi ed il CESA rappresenta quindi un organismo importante, la voce dell’opinione pubblica, dei cittadini, che va difeso a tutela della democrazia. L’elaborazione delle decisioni avviene in modo estremamente democratico, con la ricerca di un minimo comun denominatore condiviso da tutti, percorso che si conclude nel dibattito in plenaria. Proveniente dall’esperienza sindacale, Susanna Florio ha così concluso il suo intervento: “Avere la speranza è dovere di militanti civili. Io mi rimbocco le maniche….Mai perdere di vista il fatto che ognuno di noi è portatore di valori civili”.

Chiara Adamo, funzionaria della Commissione Europea, sul tema di “Cittadinanza e diritti” ci ha intrattenuti sull’importanza di ridurre la distanza tra istituzioni e cittadini, con riferimenti all’attuale momento di rinnovo del Parlamento europeo, insistendo sull’importanza del voto che non sia soltanto di protesta.

Leone Rizzo, funzionario del Parlamento, ha concretamente illustrato le modalità operative di questo organismo, soffermandosi sulla possibilità per ciascun cittadino europeo di accedere direttamente, tramite web, alle informazioni ed ai lavori del Parlamento.

A Strasburgo, dopo la fotografia dell’esterno della sede del Parlamento dove avvengono le sedute plenarie (con qualche domanda sulla necessità di avere due sedi con relativi costi ingenti di funzionamento e di spostamenti!), abbiamo concluso il nostro viaggio con l’incontro con la giurista Irene Gentile-Brown che ci ha introdotti nel complicato lavoro della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Uno scaffale di opuscoli con grandi punti interrogativi ci aveva accolti al piano terra di questa struttura in vetro (che sta a significare la trasparenza del lavoro della Corte), primo approccio alle domande dei visitatori. E’ stata particolarmente disponibile nell’illustrare il lavoro della Corte, le modalità di accesso per un pronunciamento da parte dei cittadini europei, le ricadute sui governi nazionali dopo un loro parere.

Come sempre un viaggio risponde alle nostre curiosità ed apre ulteriori interrogativi e voglia di sapere: da un lato la complessa organizzazione del lavoro all’Unione Europea sembra più grande di ciascuno di noi, quasi irraggiungibile per il normale cittadino, la maestosità delle strutture ed il tanto personale ci interrogano sui costi di tutto l’apparato, dall’altro ci siamo sensibilizzati in modo più approfondito sulla necessità di essere cittadini informati e coscienti, ancora di più ora, alle porte di una importante consultazione elettorale.

Costanza Lerda